Pioveva quel giorno
gocce bagnavano il mio viso
in quella triste cerimonia
forse erano miste a lacrime
perché il sale irritava la mia pelle.
.
Oggi mi rivedo
quando anch'io con l'abito bianco
sorridente affiancata al mio sposo
ero inondata da una luce fulgente
che riluceva nel cuore
e irradiava il mio viso
In quel giorno leggiadro
mi sentivo foglia danzante e leggera
che levitava all'alito di vento.
.
Pronunciavo il tuo nome nella mia mente
come nenia dolce:
un mantra
che accompagnava il mio presente
di mura cristalline
in cui con gioia mi specchiavo
nel tempo della fioritura dell'amore
in cui trionfò il sentimento per anni
colmo d’ardore,
Ma nell'albore d'un mattino
ti ritrovai riverso con gli occhi spalancati
che non vedevano più le mie pupille.
Non c'erano più i tuoi petali fioriti
che mi riverberavano la tua luce,
ma con orrore
constatai sul tuo volto
uno scempio senza più luce né cristallo.
Grazia Denaro
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Legge 633/1941
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