In questi giorni
che invade terre già azzerate
e sofferenti
incombe nei miei spazi tranquilli
e mi conduce alle insidie
che può opporre la natura
alla già precaria vita dell’uomo.
Insidie d’un bianco d’aria gelida
ad un grigio plumbeo di cielo nefando
che opprime alito d’umanità
già graffiata e dalla pena curvata
camminante con passo piegato
nell’attesa della cura anelata
bramando di poter al più presto
essere risanata e salvata
Nessuna apertura di cieli all’azzurro,
solo ricordi terribili,
trasfigurati in lontani momenti di serenità
ora bloccati al resistere all’insidia del destino
e al buio della lunga notte
che tuttavia l’attende…