Penso che
mi sono stancata la vista
a furia di orizzonte,
dei colpi d’occhio
dell’eternità del mare,
di quell’ondeggiare languido
e i cirri che s’accendono
in un parlare simbiotico,
ma poi ho capito
senza più guardare
che il mare è taciturno
e imperscrutabile
e che anch’io sono
un essere del mare
e al mare incline
per i miei sensi cangianti,
per la mia anima che fluttua
recettiva ad ogni emozione,
ad ogni ricordo
risalente alla luce
nel brivido del sole
scoperchiandomi.
Grazia Denaro
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Legge 633/1941
Sempre bello leggere i tuoi versi delicati
RispondiEliminaUn saluto
Giorgio
Grazie della visita e dell'apprezzamento ai miei versi, Ti auguro una serena domenica, Giorgio, Grazia.
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