Ti guardo seduto 
nel punto più rilucente del giardino,
ammiro i tuoi capelli rossi 
che sprizzano scintille
e i tuoi occhi dorati 
accentrati negli oceani liquidii 
che scorrono tra le tempie
ad illuminarmi le ore.
Mi commuovo scoprendo 
le ragioni della mia attrazione
del tuo essermi marea 
che mi pervade e mi avvolge
sprofondandomi nell’emozione 
che allieta il mio costato
per fluire nel perimetro 
che c’adorna 
d’ardore
quando le nostre rive al mattino
si fronteggiano soavi 
rispecchiandosi 
nell’acqua limpida e scorrevole
a donare energia 
al segnatempo delle stagioni 
che si succedono
nel sortilegio della  nostra vita.
Grazia Denaro
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Legge 633/1941 
 

 
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