Giorni si rincorrono
nell'immoto divenire
di statici sguardi
a stratificare ferite sanguinanti
sulla mappa delle mie umiliazioni
dal cui disegno ho osservato solo
tramonti.
Qui le sere depresse hanno aspettato
invano
le promesse prospettate ad ogni
mattino.
Voragine aperta al divario della
meta
ad ogni giorno che passa.
Sono rovine e deserti
le strade che portano a te...
dischiuse dentro albe di un non
tempo,
scardinato.
Sulle spalle trascino fardelli di
spine
ad acuire il mio vuoto interiore.
La tua vicinanza un serto di dolore!
Grazia Denaro
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Legge 633/1941
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