Ripercorro sentieri alberati
in cui il vento canta dolci nenie
smuovendo le foglie
e sfumando quella nebbia
a rendere nitido il ricordo.
Accadimenti lontani
che inviavano a mete ambite
oggi divenuti ruderi consumati
dal trascorrere del tempo
si presentano davanti ai miei occhi.
Vortici di dolcezza
sbrigliano l’anima e la fantasia.
Decisioni prese
e non ottemperate
portarono a giorni di dolorosa prostrazione.
In me: rimorsi, rimpianti?
Non so, forse…
ancora pungola quel saluto frettoloso
lasciato cadere nel silenzio delle cose.
Guardo l’orizzonte
e la sua luce
che mi colpisce come lama.
Grazia Denaro
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Legge 633/1941
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