il tuo solitario andare 
sulla riva del fiume
tra i canneti e le piante di papiro
che smorzano 
la luce declinante del crepuscolo
mentre il vento suona rapsodia
sulle foglie delle piante.
Il sole cala all’orizzonte
declinando verso il basso il lucore:
ti attrae l’acqua ed impatti sulle pietre.
Stordita ti lasci trascinare dalla corrente
e la tua vita vola nell’apogeo del cielo
scevro di suoni  nel rigore del vuoto.
Ginestre e tamerici 
testimoni del folle gesto
tendono i rami al vento 
in un flebile lamento,
si zittisce il canto delle cicale
e nel buio aleggia nell’aria 
un silenzio primordiale.
Grazia Denaro
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Legge 633/1941 
 

 
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