Sono colombe prigioniere
a cui non è possibile volare
perché ingabbiate
povere donne afgane.
Nate schiave,
vendute preadolescenti
a mariti o padroni vecchi
da cui vengono predominate.
Obbligate a nascondere
le fattezze della persona
e perfino il volto:
donne senza nome
sotto un informe vestito [Burka]
che cancella la loro dignità umana,
sottomesse in una galera a vita
che tutto preclude loro
rendendole inermi
e in preda alla paura
e la legge del Corano.
La loro storia atavica
e immutabile da millenni,
le sottopone a soprusi di ogni sorta.
Spesso a chi osa ribellarsi
o esprimere un’idea
non idonea al volere maschile
viene soppressa la vita.
Grazia Denaro
Tutti i diritti riservati
Legge 633/1941
Querida,
RispondiEliminaEssa imagem me
deixa com dor no
coração.
Sua publicação é
rica e reflexiva.
Bjins de domingo.
Aguardo Você no Espelhando.
Bjins
CatiahoAlc.
Grazie di aver apprezzato questi miei versi, purtroppo fa male al cuore vedere queste immagini, ma la triste realtà per le donne dell'Afganistan è questa. Un caro saluto, Grazia!
RispondiEliminaOlá, amiga Grazia, sem dúvida é uma vida muito triste, e seu poema fala muito bem sobre isso, num gesto de solidariedade.
RispondiEliminaGostei de ler seu poema.
Um lembrete, amiga Grazia:
você fez um comentário no meu blog 'Gazeta do Direito', que não consegui postá-lo porque há muito tempo ele não aceita o comando para publicar, mas seu comentário está lá dentro do referido blog, ao que agradeço.
Os blogs Panorama e Veredas aceitam muito bem os comentários.
Uma boa quinta feira!
bjs
Si, è molto triste, vedere che nel mondo non c'è più pace e serenità. E in afganistan le sdonne vengono oltraggiate e rese schiave dai talebani: uomini rozzi, ignoranti e senza pietà. Purtroppo questo mondo, oggi va alla deriva in tutti i sensi. Un caro saluto ed un abbraccio caro amico Pedro da Grazia.
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