Nell’urlo del vento
che mi schiaffeggia il volto
sempre più sento
il mio grande tormento.
Nel mio impervio cammino
sono sbattuta in spazi vuoti
senza l’eco d’una voce
che possa rincuorarmi
solo il sibilo stridente della bufera
mi lacera interiormente
imprimendo stigmate purulente
nei cunicoli dolenti dell’anima.
Negl’irti sentieri della vita
che fatico a percorrere in verticale
il fragore dell’uragano squassa il mio sentire,
sul mio cielo incombe fitta nebbia
dove muti riflessi accompagnano
la cecità del mio ego confuso e abbattuto,
nessun calore mi scalda il cuore.
Nessun afflato ormai mi è più dedicato,
l'ebbi in tempo remoto:
-un lupo travestito d’agnello m’ha tarpato le ali-
Statica, non riesco più a volare,
per fuggire da questa gabbia infernale
che mi procura tanto male...
Grazia Denaro
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Legge 633/1941
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