Onda anomala
Come manichini
risalgono al mare,
distesi, occhi trasportati passivamente
e sbattuti senza reagire a scavalcare l’onda.
Silenzio spettrale
interrotto dal sordo movimento dei marosi
non ancora chetati.
Nenia triste e cupa della natura
in questa immane apocalisse,
nella vegetazione sradicata
e trascinata fuori dai suoi siti naturali
diviene arduo passaggio
mentre la rena abbraccia corpi inermi.
I bimbi come gigli bianchi
non ridono e non giocano più.
Il destino infame ha abbattuto con forza
la volontà e il respiro di vita
ingoiando sogni e cancellato il divenire.
Conchiglie e ghiglie sbattono qua e là
in un’immane desolazione…
Le barche ribaltate, bare capovolte
giacciono sotto l’implacabile canicola del sole,
mentre corpi aggallano come spenti tamburi.
Le iridi di esseri indifesi di fronte a tanta sciagura
hanno viso il tramonto e poi la notte eterna.
Onda Anomala: vortice immenso,
drago dalle innumerevoli teste
che in un giorno d’estate
ha sputato il suo fuoco liquido
di distruzione terrificante.
Grazia Denaro
tutti i diritti riservati
Legge 633/1941
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