Quell’eco ritorna
a circumnavigarmi la mente
chiudendola in un cerchio
per negare la fuga
a quei ricordi tanto dolorosi
di quel fiume imbizzarrito
che nella sua corsa impazzita
tutto ha trascinato facendo scempio
di ciò che ha incontrato.
Così ha cancellato un mondo:
alba e tramonto, la vastità del cielo,
l’armonia dei prati
a vite divenute glauche e inermi
nella loro staticità eterna
spegnendo i loro sogni e le loro speranze
ormai seppellite
sotto banchi di nubi stracciate
a coprire un orizzonte muto
e desolato.
Tutto si è spento
dove il vento
è rimasto imprigionato.
Grazia Denaro
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Legge633/1941
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